Viaggio negli anni d’oro del tifo gualdese

Per i tifosi gualdesi, soprattutto quelli nostalgici, parlare e ricordare gli anni della Serie C fa sempre venire la pelle d’oca. Se poi a farteli tornare in mente sono due personaggi storici del tifo biancorosso, ecco che arriva anche il nodo alla gola. Ed in un tiepido pomeriggio di primavera, a me è capitato proprio questo, di trovarmi a parlare con due esponenti del tifo organizzato degli anni 90, quel tifo che tutta Italia ci invidiava e che ha fatto parlare di sé su tutti i campi della Serie C. Sto parlando di Tiziano Sannipoli e di Luca Spigarelli, al secolo il Griglia, storico capo ultras gualdese. Sono un libro aperto, tu sei lì che fai una domanda e poi ti ritrovi immerso in un mondo pieno di ricordi, di emozioni, di vittorie e sconfitte, di lacrime di gioia e dispiaceri. Un mondo che, a viverlo, era a suo modo stupendo.
Ho iniziato a seguire il Gualdo con mio padre al vecchio Comunale negli anni ‘80” dice Tiziano. “Era una libidine vera e propria” aggiunge il Griglia. “I miei ricordi più nitidi sono quelli di due personaggi storici: il Piccolo Sardo e Peppe Orazi, che ad ogni partita non rinunciavano mai ad alzare la temperatura con accenni di risse, insulti ed ombrellate al guardialinee e cose di questo tipo”.
Si entra poi nel vivo, e si comincia a parlare di come è nato il tifo organizzato a Gualdo. “Il primo gruppo è stato Gualdo Alcolica” ci raccontano Tiziano ed il Griglia “poi nel corso degli anni si sono venuti a formare tutti gli altri. Il primo vero esodo c’è stato in occasione dello spareggio di L’Aquila, il 31 maggio 1992, quando il Gualdo conquistò per la prima volta la Serie C2.
Qui il Griglia ci tiene a precisare: “In quell’occasione feci fare 500 magliette rosse con la brocca nel mezzo, simbolo di Gualdo Alcolica. Fu una trasferta bellissima ed i gualdesi parteciparono in maniera massiccia. L’unica nota poco positiva fu il fatto che fummo costretti ad uscire circa mezzora prima, poiché il nostro settore fu circondato dai tifosi aquilani che avevano intenzioni poco belle.
Tiziano, poi, ci ricorda anche altre trasferte memorabili: “A me tornano in mente soprattutto due partite: lo spareggio contro l’Imola giocato a Fano e la finale playoff persa a San Giovanni Valdarno. Tralasciando il risultato sul campo.. ma Griglia, te ricordi quanto ce semo divertiti?” Il cenno con la testa, con gli occhi coperti dagli occhiali da sole, vale più di mille parole.
A quel tempo” continua Tiziano “le trasferte erano finanziate anche dalla società, dal grande presidente Barberini. In generale fu il periodo ad essere straordinario, la passione era forte, tutta la settimana noi pensavamo solo alla domenica, solo alla partita del Gualdo, pensavamo solo a divertirci seguendo la squadra della nostra città”. “Noi pensavamo ai cori, agli striscioni, alle coreografie, insomma a tutto quello che richiede la mentalità ultras” precisa il Griglia “Abbiamo portato avanti anche delle belle amicizie con tante tifoserie, ad esempio Cattolica, Ternana ed Avezzano, con il quale avevamo un vero e proprio gemellaggio”.
Inevitabile, poi, che il discorso vada a finire sulla finale di Pescara contro l’Avellino, il punto più alto della storia calcistica gualdese. E qui, il Griglia riprende la parola e ci racconta la sua versione dei fatti. “Da Gualdo partirono circa 3800 persone, tra pullman e macchine private. I pullman erano prevalentemente divisi per “cricca”, ognuno aveva la sua. Per quanto riguarda il mio pullman, mi ricordo che a Fabriano ci fermammo per ricomprare la birra che era già finita… A Chiaravalle, poi, ci attendeva la scorta fino a Pescara. Il corteo organizzato fino allo stadio fu stupendo. Una fiumana di gente da mettere i brividi. Mi ricordo anche che Roberto Barberini, il figlio del Pres, ci disse di non insultare Avellino: io presi la palla al balzo e lanciai il più classico dei cori… Entrati in curva, sistemati striscioni e cose varie, mi posizionai in balaustra e cominciammo a cantare. Fu un tifo veramente stupendo quel giorno, un tifo da altre categorie. Dall’altra parte avevamo un muro di 15 mila tifosi, ma noi facemmo veramente una gran bella figura. Dopo 15 minuti dall’inizio della partita vidi entrare nel nostro settore una cinquantina di tifosi pescaresi, e senza esitazione li esortammo a cantare con noi. Avevano facce poco raccomandabili, ve lo posso assicurare, ma ci aiutarono molto a lanciare diversi cori. Fu un tifo infernale. Poi, su quella giornata, preferisco non andare oltre..” Di colpo, noto che il suo sguardo, celato dietro gli occhiali scuri, si incupisce ed un velo di commozione scende sul suo volto. Guardo Tiziano ed anche dal suo sguardo traspare una certa emozione. Sono passati venti anni, ma capisco che alcuni ricordi non si cancellano neanche dopo un secolo.
Decido così di cambiare argomento, buttando là una sola parola: derby. La rivalità con Gubbio è evidente e non si può negare, ed i nostri protagonisti ci raccontano un aneddito: “La rivalità con Gubbio è dovuta anche al fatto che, nei primi anni 90, alcuni esponenti del tifo gualdese rubarono due striscioni del tifo organizzato rossoblù, quindi il primo derby dopo 20 anni fu infuocato”. L’occasione del primo scontro nei Pro ci fu nella stagione 2000-01: “Quel giorno eravamo circa 600 gualdesi a Gubbio” ci spiega il Griglia “Il nostro tifo fu spettacolare, la coreografia che organizzammo era bellissima. Finita la partita, gli eugubini si presentarono sotto il nostro settore, dalla parte del campo. Si scatenò una bagarre impressionante, anche se non ci fu contatto fisico. La polizia, poi, intervenne e ci furono diverse diffide”.
Inevitabile anche una domanda su chi sia stato il loro giocatore preferito. “Per me è stato Tomassini” ci confida Tiziano “era una punta troppo forte, mi piaceva tantissimo”. Il Griglia invece sceglie un altro bomber: “Per me Juan Martin Turchi. Non c’è stato nessuno più forte di lui. Certo, Canestrari è stato il simbolo del Gualdo e dell’inizio degli anni d’oro, ma per me Turchi ha un posto speciale nel mio cuore”.
E così, tra un battimani ed un rullo di tamburi, tra un coro ed una coreografia, tra una trasferta e l’altra, sono passati tanti anni di stupendo tifo a Gualdo. Ricordi di momenti ed annate indimenticabili, che ogni tanto facciamo riaffiorare e che ancora, a distanza di anni, fanno emozionare chiunque abbia a cuore questa squadra e questa città.
Leonardo Bossi

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