Fabrizio Evangelisti ce l’ha fatta di nuovo: domenica, a Zurigo, ha portato a termine la gara denominata Ironman, sempre per uno scopo nobilissimo.
Per chi non lo sapesse, l’Ironman (in italiano uomo di ferro) è una disciplina durissima, un triathlon ma con distanze maggiori rispetto a quelle che siamo soliti ammirare all’Olimpiade ad esempio. Si comincia con 3,860 km a nuoto, poi si prosegue con 180 km in bici ed infine la maratona, ovvero 42,195 km di corsa. Una disciplina che definire estenuante è quasi riduttivo.
Domenica 24 luglio questa manifestazione si è svolta a Zurigo ed il gualdese Fabrizio Evangelisti è riuscito a portarla a termine in 12 ore e 21 minuti. Un risultato straordinario, ma la cosa da sottolineare è anche un’altra. Fabrizio non corre solo per se stesso, ma anche e soprattutto per la Lega Italiana Fibrosi Cistica. Il suo obiettivo è sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo a questa terribile malattia, ed ogni volta che svolge l’Ironman lo fa con la maglia della Lega Italiana addosso. Tramite il sito www.correreaperdifiato.it si possono fare delle donazioni a favore di questa Onlus.
Nell’Ironman non ci sono vincitori e sconfitti, ma chiunque taglia il traguardo finale riceve una medaglia. Fabrizio è a quota due con quella conquistata ieri a Zurigo. Ecco il suo commento postato su Facebook.
“Gara gestita bene, 30 gradi e 90 % di umidità. E’ iniziata all’alba con una scazzottata di un’ora e passa con i tedeschi e gli svizzeri nel lago. Una bici con tracciato per niente semplice e salite portata a termine a 30 di media. Infine un eroe irlandese dal cuore d’oro che mi incita fino alla morte e taglia il traguardo con me. Mi ha raccolto che barcollavo e con i crampi in crisi, non riuscivo più neanche a camminare. Mi ha portato correndo al mio fianco fino al traguardo, incitandomi a ogni mio rallentamento. Ogni due secondi mi ha urlato ‘go Fabrizio!’ – ‘ non mollare proprio adesso’. Io rispondevo di non farcela per i crampi – e lui che mi diceva: ‘insieme al traguardo’ a un certo punto lui ha avuto difficoltà, lieve, e allora gli ho ricambiato il favore, perché ormai andavo veloce più di tutti ignorando ogni cosa succedesse al mio fisico. A pochi metri dall’arrivo gli ho detto vai tu per primo. E lui ha voluto tagliare insieme – ‘non esiste mi ha detto’. Emozione unica. Lo sport ancora una volta metafora della vita. Vi assicuro che dopo una fatica come quella di oggi una persona così da un ulteriore senso a tutto quello che stiamo facendo: un lavoro di squadra appunto. Ma intanto cerchiamo di tagliare altri traguardi tutti insieme. Sotto con le donazioni. E tutti presenti al concerto del 29 luglio a Gualdo Tadino. Ora sono due, come promesso. Abbiamo rischiato di non farcela, ma ce l’abbiamo fatta. Sono 2. Come promesso!“
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