Francesco Paciotti, un gualdese nella cantera della Fiorentina

C’è un giovanissimo calciatore gualdese nella cantera della Fiorentina, che sta vivendo un sogno: quello di diventare un calciatore professionista. Stiamo parlando di Francesco Paciotti. Francesco Paciotti è un giovanissimo calciatore: è un classe 2004, ha solo 14 anni ed un talento innato per il calcio. E’ gualdese, e proprio da Gualdo Tadino è partita la sua carriera. Lo abbiamo intervistato e ci ha raccontato un po’ tutta la sua storia.

La mia prima squadra è stata l’AS Angelo Barberini” dice Francesco “ma i primi calci ad un pallone li ho dati nella casa di campagna di mio nonno, a Morano. Mentre mio padre e mio zio mi guardavano, io insieme ai miei cugini rompevo tutte le piante che mia nonna aveva piantato qualche giorno prima… le sue arrabbiature erano passeggere, perchè vederci crescere sorridendo e rincorrendo un pallone non faceva altro che rasserenarla.
Dopo gli inizi con l’Angelo Barberini, ecco il provino con il Perugia. “Era aprile quando feci il mio primo allenamento con il Perugia. Erano passati solamente pochi giorni dal mio compleanno, e dissi a mio padre che sarebbe stato un grande regalo se mi avessero preso con loro. Pochi giorni dopo arrivò la tanto attesa chiamata da parte del mio mister di allora, Franco Paoletti (approfitto per ringraziarlo per tutto quello che mi ha imparato e per la sua simpatia nello spogliatoio): mi disse che avrei dovuto presentarmi il martedì successivo agli allenamenti. Quel giorno ero molto agitato, ma mi convinsi che non dovevo pensare di fare brutta figura. Da lì è iniziata la mia avventura a Perugia, dove ho fatto i Giovanissimi Nazionali un anno prima del dovuto. Sono rimasto lì per due anni e mezzo, che sono stati fantastici. Ho conosciuto dei compagni con i quali mi sentivo come in famiglia.

Quest’estate poi, ecco la chiamata della Fiorentina, uno dei settori giovanili più importanti d’Italia. “Nonostante mi trovi lontano da casa, piano piano mi sto ambientando in una dimensione del tutto diversa rispetto a prima” ci confida Francesco. “C’è una organizzazione ed un metodo di lavoro completamente diverso, ma devo dire che mi sto togliendo anche molte soddisfazioni. Quando sono arrivato sembravo veramente uno che si era perso e non sapeva dove si trovava. Già da come svolgevano il riscaldamento si capiva che era un altro mondo: testa bassa e lavorare duro.

Riguardo al suo ruolo e ai suoi idoli, Francesco ci parla così: “sono sempre stato un attaccante, ed il mio sogno era quello di diventare campione del mondo e segnare più gol di Pelé. Sin da piccolo avevo per la testa un solo giocatore: Alessandro Del Piero. Con il passare del tempo, però, ho cominciato ad apprezzare anche Mario Mandzukic: mi ispiro molto a lui e cerco di imitarlo, non per le giocate che esegue in campo ma per la capacità di andare avanti e non mollare mai. Se devo essere sincero credo di somigliargli molto, anche se nel mio piccolo e per quanto le mie capacità e il mio fisico me lo permettono.

Francesco Paciotti è un grande tifoso juventino, una fede tramandatagli soprattutto dal padre Fausto. “Si dice che il primo amore non si scorda mai, ed è proprio quello che è successo a me” dice Francesco. “Nel 2006 mio padre mi portò a Pinzolo a vedere il ritiro della Juve. Io, da dietro la rete urlai a gran voce il nome di Del Piero. La gente si mise a ridere, mia madre addirittura quasi si vergognava di dire che fossi suo figlio.. Alex si girò, sorrise e mi salutò. 
Detto questo il mio sogno è ovviamente quello di diventare un calciatore professionista, ma il mio vero sogno è di giocare nella Juventus.

Attualmente, Francesco gioca nell’Under 15 della Fiorentina che è prima nel suo girone. Si sta ritagliando i suoi spazi, ed ha pure segnato un gol all’esordio contro il Sassuolo. Sta continuando in un percorso di crescita iniziato a Gualdo e proseguito a Perugia. “Voglio ringraziare tutti i mister che ho avuto in questi anni, che mi hanno permesso di crescere molto e soprattutto hanno corretto il mio carattere a volte frizzantino. Infine volevo ringraziare i miei genitori e mia sorella che sono stati sempre disponibili e non mi hanno fatto mai mancare nulla.
Forza Francesco, fatti valere!

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