Da Gualdo alla Transnistria, l’epica trasferta di tre gualdesi dell’Inter Club a Tiraspol

Da Gualdo alla Transnistria

Tre tifosi dell’Inter Club di Gualdo Tadino, mercoledì 3 novembre, hanno assistito ad una partita in trasferta del club nerazzurro.

Fin qui non ci sarebbe nulla di strano. La stranezza sta nel fatto che la partita in questione si è disputata in Transnistria, uno stato fantasma autoproclamatosi indipendente nel quale gioca le proprie partite interne lo Sheriff Tiraspol. Tiraspol è anche la capitale della Transnistria, un lembo di terra tra Moldavia ed Ucraina. Distanza da Gualdo Tadino? Circa 2300 km.

Un viaggio indietro del tempo in un posto dimenticato

Entrare in questo territorio non è facile: non si può restare per più di 10 ore, ad esempio. La moneta è il rublo transnistriano, praticamente un soldo del Monopoli. In giro ricordi della vecchia Unione Sovietica, con statue di staliniana memoria e carri armati sparsi per le città. Non ci sono ambasciate, addirittura non c’è neanche segnale telefonico ed il roaming applicato a livello di Unione Europea qui non sanno neanche cosa sia.

In questo contesto, tre supporters interisti dell’Inter Club di Gualdo Tadino hanno deciso di fare questa trasferta ai confini dell’epico. Prima un volo dall’Italia sino a Chisinau, capitale della Moldavia. Poi un trasferimento in autobus sino a Tiraspol. Quindi la partita, valida per la quarta giornata dei gironi di Champions League, ed anche la gioia per la vittoria.

L’ironia della sorte: radiocronaca del match affidata al giornalista gualdese Codignoni

La cosa ancor più incredibile è che, a pochi metri dal settore ospiti dello Sheriff Stadionul, in tribuna c’era un altro gualdese nelle vesti di radiocronista Rai, ossia Manuel Codignoni.
Falci. Martelli. Carri armati. Lenin modello supereroe. Caserme dell’Armata Rossa riattate a dormitori per soldati dell’esercito locale, scarrozzati in camionette che hanno visto tempi migliori. Tiraspol. Frontiera coi militari. Un centro cittadino che occhieggia all’Occidente, una periferia uscita diretta dai primi anni ‘80” scrive così Manuel suoi suoi profili social, allegando foto che sembrano uscite da un posto che non esiste ed invece è realtà.

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Il racconto dei tifosi gualdesi Simone, Emiliano e Giulio

Il racconto dei tifosi non si discosta tanto da quello di Manuel. “Eravamo 44 persone dall’Italia” ci dicono Simone, Emiliano e Giulio, i tre interisti partiti da Gualdo.

L’avventura è stata qualcosa di incredibile. Di trasferte ne abbiamo fatte tante ma mai avevamo vissuto una cosa come questa. Per strada posti di blocco ogni tre per due, militari con passamontagna e mitra anche dentro lo stadio a sorvegliarci. Si può entrare soltanto con un mezzo con targa moldava, quindi ci siamo fatti accompagnare con un furgone da uno del posto. Le perquisizioni sono molto spinte e non è ammesso il minimo sgarro.

Nonostante tutto questo, il ricordo più bello è stato vedere tutto l’immenso centro sportivo di Tiraspol, con il parcheggio del settore ospiti ed un solo ed unico mezzo parcheggiato che era il nostro. Ha reso l’idea di quanto questo viaggio sia stato epico.

Se cercavate una risposta alla domanda “fino a dove può spingersi un tifoso appassionato per seguire la propria squadra del cuore?” in queste righe avete trovato ciò che cercavate.

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