Sabato 2 novembre, alle 18.30, è in programma la sfida del campionato di Serie C di basket tra Perugia e Gualdo.
Il match si disputerà al PalaFoccià di Ferro di Cavallo e si prevede una grande cornice di pubblico anche da parte gualdese. Oggi, però, è girata la notizia che la società perugina, vista la ridotta capienza dell’impianto, limiterà l’accesso ai tifosi gualdesi a soli 50 posti, pari a circa 1/3 della capienza del palazzetto.
La notizia è corsa veloce tra i tifosi biancorossi, soprattutto tra quelli del gruppo organizzato Gualdo 1237. Considerando il seguito gualdese anche in trasferta, 50 posti sembrano veramente pochi (ad Assisi, ad esempio, ce ne erano sicuramente molti di più).
Lo stesso gruppo organizzato ha diramato un comunicato stampa. “Abbiamo appreso oggi, con immenso dispiacere e anche con un po’ di stupore, che la società Perugia Basket, in vista della partita di sabato al PalaFoccià contro Gualdo, intende limitare l’ingresso dei tifosi ospiti gualdesi a soli 50 posti” si legge nella nota. “Innanzitutto viene spontaneo chiedersi il perchè, visto che negli anni precedenti si era sempre giocato nella stessa struttura senza che questo comportasse alcuna limitazione. Prendendo per buona la motivazione espressa, ovvero “la necessità di garantire il rispetto degli obblighi di sicurezza imposti dall’agibilità” facciamo presente che, non essendo la struttura divisa in settori, l’unica limitazione che può eventualmente essere fatta rispettare è quella relativa alla capienza totale, senza alcuna discriminazione di provenienza.
In sintesi, può sì esserci un numero massimo di tifosi totali, non un numero massimo di tifosi di una o dell’altra parte.“
I tifosi chiudono specificando che “siccome a pensare male si fa peccato ma molto spesso ci si azzecca, ci dispiacerebbe molto se tale decisione fosse stata presa per limitare il calore dei tifosi gualdesi, dato che forse si attendono un esodo abbastanza importante.
Approfondiremo la questione nei prossimi giorni e valuteremo come agire, rispettando le regole ma pretendendo di non subire ingiustizie o soprusi di alcun tipo“.